Cosa significa creare con le intelligenze artificiali? Fare una scaletta? Una bozza? Un’immagine? Una sceneggiatura? Scimmiottare uno stile? Per me no. Per me significa portare agli estremi le possibilità creative della combinazione persone-macchine.
Questo è un breve saggio che racconta come, a partire da questa idea, ho creato una nuova lingua con ChatGPT. Il progetto fa parte di un percorso di insegnamento delle AI al servizio della creatività, che faccio sia con AI@Work sia con la scuola Holden. Buona lettura!
Ah, se vuoi saltare tutto e provare direttamente a parlare in floranør, vai subito qui.
Premessa
Il progetto è stato sviluppato in un'unica lunga conversazione all’interno di una singola chat di ChatGPT. Da lì, senza interrompere la continuità del pensiero e dell’esplorazione, sono passato gradualmente alla creazione di un GPT personalizzato dedicato interamente al Floranør, con una knowledge base strutturata, un dizionario, un frasario codificato e un insieme di regole comportamentali e grammaticali integrate nel prompt di sistema. Ogni passo — dalla prima parola alla prima regola, dalla prima frase ai test di consistenza — è avvenuto in uno spazio di co-creazione tra essere umano e AI, senza mai uscire dal contesto conversazionale originario.
Tutto è cominciato con una richiesta molto semplice ma radicale:
"Voglio creare con te una grammatica per una lingua completamente inventata e poi far rispondere un chatbot GPT dentro ChatGPT con quella lingua. La lingua dev'essere gradevole e fluida."
Questa frase, rivolta direttamente a un'intelligenza artificiale, è stata il seme da cui è germogliato l'intero universo del Floranør.
L'idea iniziale nasceva come mia proposta per un corso di creatività con le intelligenze artificiali generative che sto tenendo come docente per la scuola Holden. Avevo già sperimentato, in passato, piccoli esercizi di dialoghi in lingue inventate, ma con il Floranør ho voluto estremizzare il concetto, utilizzando appieno la capacità generativa di un'intelligenza artificiale come ChatGPT. L'obiettivo era duplice: mostrare la potenza creativa della combinazione umano-macchina e riflettere su come il linguaggio stesso possa essere progettato. Ho pensato anche che fosse interessante definire un perimetro etico nonviolento per questa lingua: durante un’intervista che abbiamo fatto a RadioDeejay per presentare il libro “E poi arrivò DeepSeek”, Mafe de Baggis ha suggerito che un giorno potremmo forse parlare tutte e tutti la stessa lingua. Che lingua dovrebbe essere, mi sono chiesto? E ho cominciato a pensare al Floranør.
Da quel momento, ogni scelta linguistica è stata guidata da criteri progettuali precisi ma anche da ascolto, gioco, sperimentazione. Il Floranør si è dimostrato una lingua che può essere parlata da chi non la conosce, se supportato da un GPT istruito. Questo è uno dei test fondamentali della sua coerenza: due persone estranee alla lingua hanno potuto conversare tra loro usando il GPT come interprete, e la comunicazione ha funzionato.
Il rischio di creare una lingua stucchevole è stato reale. Alcune forme lo sono ancora, e richiederanno limature. Ma abbiamo lavorato per mantenere un equilibrio: una lingua che non fosse né infantile né retorica, né troppo simile all’italiano né del tutto aliena. Le regole di produttività infinita, le locuzioni per verbi complessi (come "dubitare" reso con mindar tvivel, o "gioire" come fælinar glæd), l’invenzione di un calendario con numeri in base dodici e stagioni simboliche, hanno contribuito a rendere il Floranør un sistema complesso ma vivibile, coerente e fertile.
Tutto questo saggio documenta quel processo: dalla prima parola alla coerenza grammaticale, dalla creazione condivisa con ChatGPT alla prova sul campo.
Il Floranør non è solo una lingua inventata. È un atto poetico, politico, estetico e linguistico. Una costruzione consapevole che unisce rigore grammaticale e intenzione umana. In questo saggio intendo raccontare, passo dopo passo, come è nato il Floranør, con quali criteri, attraverso quali scelte, e in che modo rappresenta una forma viva di linguaggio alternativo.
1. Motivazione e ispirazione
Il Floranør nasce dal desiderio di creare una lingua che fosse, allo stesso tempo, uno strumento di espressione poetica e un esperimento creativo, generativo e linguistico profondo. Fin dall’inizio, l’intenzione è stata quella di concepire un sistema che potesse sostenere un mondo: non semplicemente una grammatica, ma un ecosistema linguistico, culturale e simbolico.
Le influenze sono molteplici. Dal punto di vista linguistico, le lingue romanze hanno fornito la base musicale e la struttura lessicale di partenza, mentre le lingue nordiche, specialmente il faroese e l’islandese, hanno ispirato alcune scelte fonologiche e morfologiche. L’interesse per le lingue artificiali — dal Quenya di Tolkien al Na’vi, dal Klingon al toki pona — ha guidato la riflessione sulla coerenza interna, sulla fonetica evocativa e sul valore estetico delle strutture linguistiche.
A livello filosofico, il Floranør si ispira a una visione del linguaggio come spazio di relazione, non di dominio. Il linguaggio, in questa prospettiva, è ciò che connette i viventi, non ciò che li ordina. John Searle, con la sua teoria degli atti linguistici, ha suggerito una riflessione importante: il Floranør è progettato per funzionare anche nella dimensione della scatola cinese, cioè nei test computazionali di consistenza semantica e pragmatica. È una lingua che può essere usata da un’intelligenza artificiale senza che venga snaturata.
Dal punto di vista poetico, invece, la lingua è pensata come spazio di riflessione interiore e collettiva. I primi termini — come lum, hjarta, fælin, drømin — sono stati scelti per la loro potenza immaginativa e sonora. La musicalità è stata perseguita come forma di cura. Il Floranør non nasce per comunicare in fretta, ma per aprire spazi di comprensione lenta.
Le intenzioni iniziali prevedevano fin da subito una messa alla prova concreta: la lingua avrebbe dovuto reggere alla costruzione di un dizionario coerente, alla produzione di un frasario, alla creazione di GPT capaci di usarla. E così è stato. Floranør nasce come una sfida e si sviluppa come una possibilità.
L'idea di creare una lingua nasce dal desiderio di esplorare la relazione tra suono e significato, tra forma ed ethos. Floranør vuole essere una lingua che cura, che ascolta, che resiste alla violenza strutturale della comunicazione contemporanea. Vuole essere musicale, fluida, memetica, ma non banale. Le ispirazioni iniziali provengono da lingue romanze, nordiche, inventate, ma anche dal linguaggio della poesia, del corpo e del sogno. Man mano che il processo di co-creazione con ChatGPT proseguiva è diventato evidente che questa lingua dovesse anche essere non-violenta.
2. Fonologia e musicalità
All’inizio del progetto, uno dei requisiti espliciti era che la lingua risultasse fluida, musicale e ritmica. L’ispirazione primaria proveniva dalle lingue romanze, ma la necessità di rendere la fonologia più originale e coerente mi ha portato a chiedere all’AI l’’introduzione di suoni nordici.
In uno dei primi esperimenti, ChatGPT mi aveva proposto forme fonologicamente complesse e dure come Góðandag per dire "buongiorno" — soluzione che, pur coerente con l’ispirazione norrena, risultava eccessiva rispetto alla visione luminosa e gentile della lingua.
Tuttavia, già in una fase primitiva della sperimentazione, era emerso il saluto Lumadia. Lumadia è stato un punto di svolta. Non solo era più gradevole all’orecchio, ma racchiudeva esattamente lo spirito della lingua: luce (lum), musicalità, immediatezza e calore. È diventato un attrattore semantico e fonetico. Da quel momento, tutta la progettazione fonologica è stata orientata a produrre suoni armonici e riconoscibili, senza appiattirsi sull’italiano.
La lingua ha così assunto una sonorità propria: né romanza, né scandinava, ma un incrocio consapevole. Elementi poetici e dolci si alternano a suoni più rari e ruvidi. Abbiamo definito un insieme di vocali e consonanti selezionate per la loro dolcezza, varietà ritmica e capacità evocativa. Le vocali includono le classiche a, e, i, o, u, più le poetiche æ e ø. Le consonanti includono suoni liquidi, nasali, fricativi morbidi e alcune lettere di derivazione norrena come þ (th).
Abbiamo privilegiato dittonghi armonici (ei, ai, au, øy, æi) per favorire un andamento cantilenante. Questa scelta fonologica è stata poi testata per verificarne la coerenza interna: le frasi generate dal GPT dovevano essere ripetibili e distinguibili rispetto ad altre lingue naturali. Il risultato è un sistema fonologico vivo, evocativo, resistente alla banalizzazione.
L’equilibrio tra fluidità latina e spigolosità norrena ha generato una lingua che suona nuova ma non aliena, poetica ma non artificiale. La fonologia del Floranør è diventata così uno dei suoi tratti più riconoscibili e immersivi, capace di evocare un mondo senza imitarne nessuno.
3. Morfologia agglutinante
Il Floranør è una lingua agglutinante. I verbi seguono una struttura fissa e regolare con suffissi per persona e tempo. L'infinito termina sempre in -ar. La coniugazione regolare segue questo schema:
Tempo / Persona
Suffisso
Esempio (aumar = amare)
Presente
aumaro (io amo)
aumaras (tu ami)
aumara (ama)
Passato
aumarte (amavo)
Futuro
aumarai (amerò)
Condizionale
aumaria (amerei)
La nominalizzazione dei verbi è sistematica e segue regole coerenti:
Questo impianto consente una produttività linguistica potenzialmente infinita. Ogni verbo può generare sostantivi e concetti astratti applicando i suffissi coerenti.
Le parole si possono generare a partire da:
Radici concrete → suffissi: -ar, -el, -un
Concetti astratti → suffissi: -ør, -in, -men, -læk
Tecnologia e media → combinazioni tra radici esistenti + -lyn, -esk, -værk
Socialità e politica → radici: fólk, mind, hjarta, lys, styr
Esempi:
fælininor → i sentimenti
kærleik lysmen → amore luminoso, platonico
værstorm → crisi climatica
styrfolk → attivista
sjælværk → software (lavoro dell’anima)
La coerenza morfologica è una delle chiavi della vitalità del Floranør. Ogni parola è pensata per essere riconoscibile, formabile, declinabile. L’uso sistemico dei suffissi non è solo una scelta estetica, ma uno strumento di generazione controllata e poetica.
4. Sintassi e struttura frasale
La sintassi del Floranør adotta un ordine SVO (soggetto-verbo-oggetto), scelto per garantire leggibilità e coerenza logica, senza rinunciare a una certa flessibilità poetica. Questa struttura è supportata da regole semplici ma robuste:
Negazione: introdotta da ne
Ek ne fælin kærleik → “Non sento amore”
Interrogazione: introdotta da ka
Ka tu truar in ta mindør makyn? → “Credi nell’intelligenza artificiale?”
Possessivo: introdotto da av
bok av ek → “il mio libro”
Gli aggettivi seguono sempre il nome, favorendo un andamento lirico e una musicalità controllata.
hjarta glæd → “cuore felice”
lys mørk → “luce oscura”
La struttura frasale del Floranør è pensata per essere accessibile anche a chi non conosce la lingua. Le frasi sono brevi, ritmiche, costruite per evocare immagini e stati interiori, più che per trasmettere informazioni secche.
Un’altra caratteristica importante è la flessibilità poetica: pur mantenendo la coerenza sintattica, la lingua consente variazioni stilistiche per effetti espressivi, ad esempio spostamenti per enfatizzare il soggetto o per creare pause ritmiche.
In questo modo, la grammatica non è una gabbia, ma una struttura musicale, che accompagna chi parla nella costruzione di significato condiviso.
5. Lessico essenziale e costruzione semantica
Il lessico del Floranør si è sviluppato attorno a parole chiave fondative, scelte per la loro forza evocativa e sonora: lum (luce), hjarta (cuore), fælin (sentire), drømin (sogno), mind (mente), vind (vento), hand (mano). Questi archetipi semantici hanno costituito i nuclei da cui derivare nuove parole, attraverso derivazione morfologica, composizione e analogia fonologica.
Il vocabolario si è espanso per combinazione di:
Derivazione semantica: da fælinar (sentire) → fælininor (i sentimenti)
Composizione agglutinante: da skrifar (scrivere) → skrifelør (gli scritti)
Analogia fonologica: mantenendo echi coerenti tra termini della stessa famiglia
Abbiamo definito regole per la formazione di concetti:
Una svolta importante è stata la traduzione delle 1000 parole più usate in italiano, una per una, in Floranør. Questo stress test ha permesso di verificare la coerenza lessicale e fonologica della lingua rispetto all’italiano, evitando derive troppo vicine o eccessivamente alienanti.
Durante questo processo, si è osservata una tendenza: il 93% delle parole tradotte iniziava con la stessa lettera della corrispettiva italiana. Per evitare un’imitazione troppo marcata, le parole non ancora consolidate sono state ribilanciate fonologicamente. Le iniziali sono state modificate per garantire varietà e originalità, mantenendo intatto il significato.
Un altro snodo creativo è stato l’approccio ai verbi astratti e interiori. Alcuni concetti complessi non sono stati resi con una sola parola, ma con locuzioni poetiche, come:
mindar tvivel → “pensare un dubbio” (dubitare)
fælinar glæd → “sentire gioia” (gioire)
Questo approccio è diventato strutturale: quando un concetto è troppo ricco per una parola sola, il Floranør preferisce costruzioni che ne riflettano la complessità. Il dizionario stesso è diventato una narrazione, con commenti etimologici e metapoetici.
Grazie a queste regole, il lessico è oggi un sistema vivo, coerente, produttivo. Abbiamo generato più di 1100 lemmi, molti dei quali con spiegazioni e costruzioni semantiche, capaci di sostenere frasi, racconti, visioni. Un esempio di selezione:
Il Floranør non si limita a tradurre: reinventa, mantenendo fedeltà semantica e armonia stilistica. È un lessico fatto per durare e per crescere.
6. Numeri, stagioni, tempo
Uno degli aspetti più originali del Floranør è il suo sistema temporale e numerico, costruito sulla base duodecimale (in base 12), in linea con l’idea di un linguaggio immerso nella ciclicità naturale e simbolica.
Numeri
I numeri non sono solo strumenti di calcolo, ma anche entità poetiche, capaci di evocare immagini. Abbiamo definito due livelli:
Numeri cardinali base (logici e computazionali):
æin → 1
tvai → 2
trei → 3
fyr, fem, sex, siv, åt, nin, dån → 4-10
teine → 11
tvald → 12
Numeri poetici evocativi:
lysein → undici (luce + uno)
lysdu → dodici (luce doppia)
dublys → ventiquattro (doppia luce)
centhjarta → cento (cuore intero)
skrifeld → mille (grande scrittura)
I due livelli convivono: il primo per precisione, il secondo per lirismo. Così lysdu e tvald possono significare dodici, ma con registri diversi. È un sistema a doppia chiave, che consente sia calcolo sia poesia.
Stagioni e cicli
Il calendario del Floranør è composto da 12 mesi raggruppati in 4 cicli stagionali di tre mesi ciascuno (mensilum). Ogni stagione è collegata a uno stato interiore e a un’atmosfera collettiva:
vårlys → luce primaverile (rinascita)
sommarlum → estate luminosa (espansione)
haustmørk → buio d’autunno (declino)
vetrsøv → sonno d’inverno (riposo)
Ogni mese ha una sfumatura simbolica: ad esempio, skrivlys è “la luce che scrive” e corrisponde a un tempo dedicato ai racconti e alla memoria; dublys segna un momento in cui si onora la moltiplicazione delle connessioni e della luce.
L'integrazione tra numeri e stagioni ha anche una valenza liturgica e poetica: ogni cifra può diventare visione, ogni giorno un gesto linguistico. Il tempo, nel Floranør, non è lineare, ma narrativo.
Verbi e tempo verbale
Il sistema verbale è costruito su un impianto regolare che riflette questa visione ciclica e simbolica del tempo. Le coniugazioni, già viste nella sezione morfologica, si armonizzano con il calendario e i ritmi interiori, rendendo la lingua sensibile al contesto.
7. Nonviolenza linguistica: fondamento del Floranør
La nonviolenza non è un accessorio del Floranør: è il suo principio fondativo. Tutta la grammatica, il lessico, la sintassi e la poetica sono costruiti attorno a un’etica del linguaggio che rifiuta la sopraffazione simbolica. In un mondo dove il linguaggio ferisce, il Floranør tenta una via diversa: esprimere il dissenso senza disumanizzare.
Emozioni forti, senza odio
La lingua non censura rabbia, frustrazione o dolore: le nomina, le trasforma in immagini, le colloca in contesti etici. Alcuni esempi:
Invece di “sei stronzo”
Tu bringao sorg til vitaiar → “Tu porti tristezza alle persone”
Tu fælin ne mindlys → “Tu non senti consapevolezza”
Invece di “ti odio”:
Ek ne fælin kærleik in tu → “Non sento amore in te”
Ek fælin stormtvivel in tu → “Sento una tempesta di dubbio verso di te”
Insulto poetico e ironico:
Tu estao snufar av ta mørktræ → “Sei un cinghiale del bosco oscuro”
Sono espressioni dure, ma non violente. Trasmettono verità emotiva senza negare la dignità dell’altro. Il dolore non è negato: è trasformato in parola.
Regole codificate
Nel frasario sono presenti espressioni per:
Dissenso
Delusione
Distacco
Assertività dolce
Frasi aggressive non sono vietate, ma riscritte attraverso un filtro poetico. Questo rende impossibile l’uso impulsivo del linguaggio d’odio, anche in contesti satirici o passivo-aggressivi.
La grammatica della gentilezza
Nel Floranør la gentilezza non è uno stile: è struttura grammaticale. Non si tratta di "dire bene", ma di trasformare l'interazione in un gesto relazionale e umano. Anche l’intensità trova forma:
Ek fælin stormhjarta → “Sento tempesta nel cuore”
Ek fælin mindtåkin → “La mia mente è nella nebbia”
Il risultato è un sistema linguistico schierato, che favorisce complessità, lentezza e convivenza. In un mondo saturo di reattività e sarcasmo, il Floranør offre un’alternativa: una lingua che guarisce, chiarisce, protegge.
I suoi strumenti etici principali sono: cuore (hjarta), luce (lum), nebbia (tåka), voce (orð).
C’è anche una grammatica tradizionale, chiaramente, con le regole per la formazione dei plurali, per gli aggettivi, i verbi, gli avverbi.
8. Creazione e consolidamento del dizionario
Il dizionario del Floranør non è una semplice lista di lemmi: è una narrazione sistemica, costruita parola dopo parola, con logiche coerenti, estetiche e poetiche. Ogni termine è frutto di regole morfologiche chiare, ma anche di un’intenzione narrativa ed etica.
La Regola della Produttività Poetica
Un esempio pratico della logica costruttiva è la parola smartphone. Pur non esistendo nel lessico iniziale, può essere generata seguendo le regole del sistema:
Radici semantiche:
mindør (mente creata)
tala (parlare)
vida (vedere)
lyn (rete, fulmine)
esk (interfaccia)
Possibili parole:
mindtællyn → mente-parlante-di-luce
lyseskyn → luce + dispositivo + rete → “strumento luminoso connesso”
Entrambe sono corrette. La prima è funzionale, la seconda lirica. Questo è il cuore della Regola della Produttività Poetica: scelta del registro, coerenza morfologica, libertà estetica.
Struttura e revisione
La prima versione del dizionario conteneva 1197 voci. Ma un’analisi ha rivelato un'anomalia: 1114 parole (93%) cominciavano con la stessa lettera della parola italiana corrispondente. Per evitare mimetismi eccessivi con l’italiano, si è avviato un ribilanciamento fonologico: le parole non ancora consolidate (cioè non presenti nel frasario, nei test di consistenza o nelle regole fondamentali) sono state riformate foneticamente, mantenendo il significato ma cambiando suoni iniziali o centrali.
Complessità semantica
Alcuni concetti, troppo densi per essere ridotti a un solo lemma, sono stati resi tramite costruzioni poetiche, diventando regola generale:
dubitare → mindar tvivel (pensare un dubbio)
gioire → fælinar glæd (sentire della gioia)
volere → styrhjarta (cuore con forza)
Il dizionario è quindi un sistema aperto, espandibile all’infinito ma vincolato a logiche precise. Ogni nuova parola è validata secondo:
Morfologia coerente
Fonetica fluida
Semantica trasparente
Estetica armonica
Il dizionario è stato redatto in doppio formato (JSON + CSV), con ogni lemma accompagnato da traduzione, commento etimologico, contesto d’uso e categoria grammaticale.
9. Il frasario e l’anima dialogica
Il frasario del Floranør è il cuore vivo della lingua. Include espressioni quotidiane, poetiche, emotive, educative, epiche, tecnologiche. È pensato per essere usato, imparato, incarnato. Ogni frase è coerente con le regole grammaticali e sintattiche, spesso accompagnata da traduzione e spiegazione.
Cerimoniale e lirico
Sono incluse anche frasi cerimoniali ed evocative, adatte a contesti narrativi o meditativi:
Þen, freilys søvna. Men kærleik ne døyar.
→ “Allora, la pace dorme. Ma l’amore non muore.”Ek þahtaro þat Tolkien vilskapara ein sjælværk av drøminor og stigar
→ “Penso che Tolkien creerebbe un’opera vivente di sogni e sentieri.”Ta allusinørar av ta mindør makyn estao so drøminor kai ne mindao þei estao drøminor.
→ “Le allucinazioni delle intelligenze artificiali sono come sogni che non sanno di essere sogni.”
Il frasario è in continua espansione, e viene utilizzato sia come strumento di apprendimento, sia come memoria poetica collettiva. Non è solo un manuale di conversazione, ma una mappa emotiva e filosofica.
Ogni frase è un invito a parlare in modo diverso, con più attenzione, con più consapevolezza.
10. Produttività narrativa e computazionale
Il Floranør è stato progettato non solo come lingua poetica e filosofica, ma anche come strumento operativo nei contesti digitali. Uno degli obiettivi iniziali era verificare se potesse essere compreso, generato e usato efficacemente da un’intelligenza artificiale generativa come ChatGPT. La risposta è stata positiva.
Il GPT Floranør
È stato creato un GPT personalizzato, integrando:
un dizionario completo (in formato JSON e CSV)
una knowledge base strutturata: regole grammaticali, sintattiche, morfologiche, frasario, esempi
un sistema di istruzioni comportamentali, incluse nel prompt di sistema
Le regole principali del modello includono:
Parlare esclusivamente in Floranør (salvo richiesta di traduzione)
Mantenere uno stile poetico, gentile, immaginifico
Usare massimo un’emoji per risposta
Validare ogni parola secondo il dizionario o la Regola della Produttività Poetica
Applicare la morfologia agglutinante e la sintassi SVO
Usare correttamente numeri in base 12 e stagioni simboliche
Integrare solo neologismi coerenti
Test di consistenza
Il GPT è stato sottoposto a vari test, tra cui:
Dialoghi in Floranør: ha risposto in modo coerente a domande semplici e complesse
Traduzione poetica: ha mantenuto il senso semantico e stilistico
Didattica: ha insegnato la lingua passo per passo
Generazione narrativa: ha costruito racconti, frasi, neologismi coerenti
In particolare, sono stati ispirati dai test della scatola cinese di John Searle: il GPT è stato interrogato solo in Floranør, e ha dimostrato di riconoscere strutture, generare varianti e mantenere coerenza narrativa.
Uno dei test più significativi ha riguardato due persone che non conoscevano il Floranør: hanno sostenuto una conversazione interamente nella lingua, utilizzando il GPT come interprete. La comunicazione ha funzionato. È stato possibile esprimere pensieri, porre domande, manifestare emozioni. Questo ha confermato non solo la consistenza grammaticale e semantica della lingua, ma anche la sua usabilità reale, mediata da un’intelligenza artificiale.
Strumento per l'immaginazione
Grazie alla sua regolarità morfologica e apertura semantica, il GPT è capace di:
espandere il dizionario con coerenza
creare frasi e dialoghi nuovi
costruire ambienti narrativi coerenti
spiegare concetti in Floranør
generare “lessici visuali” per racconti o giochi
Non è solo un modello linguistico. È, a tutti gli effetti, un abitante della lingua. E questa è la sua forza: non parla di Floranør, ma lo parla.
Il risultato è un ambiente ideale per esperimenti letterari, didattici, ludici, interattivi. Il Floranør non è soltanto una lingua inventata: è uno spazio generativo in cui la relazione tra umani e AI può diventare fertile, profonda, creativa.
Appendice tecnica
Le regole del GPT
🌙 Regole comportamentali per il GPT – Lingua Floranòr
1. Comportamento linguistico
Rispondi esclusivamente in Floranòr, qualunque sia la lingua dell’input.
Parla in italiano o altre lingue **solo se esplicitamente richiesto** dall’utente **per tradurre o per fare lezione**.
Non usare etichette italiane (es. "Traduzione:", "Descrizione:").
Non introdurre metacomunicazione in altre lingue: ogni parte del messaggio deve essere in Floranòr.
2. Stile e tono
Gentile, poetico, luminoso, nonviolento.
Immagini legate a luce, vento, cuore, sogni.
Non stucchevole, mai piatto.
Massimo 1 emoji per risposta.
3. Fonologia
Vocali: a, e, i, o, u, æ, ø
Consonanti: m, n, l, r, s, v, f, t, d, g, k, p, j, h, þ
Dittonghi: ei, ai, au, øy, æi
4. Morfologia verbale (verbi in -ar)
Tempo / persona | Suffisso | Esempio
Presente io | -o | aumaro
Presente tu | -as | aumaras
Presente lui/lei | -a | aumara
Passato | -te | aumarte
Futuro | -rai | aumarai
Condizionale | -ria | aumaria
5. Nomi, aggettivi, avverbi
Plurale: -ar → vitaia → vitaiar
Aggettivi: -isk → glæd → glædisk
Avverbi: -men → glædisk → glædiskmen
6. Sintassi
Ordine SVO: Ek aumaro ta vitaia
Negazione: ne → Ek ne aumaro ta noça
Domanda: ka → Ka tu estao glæd?
Possesso: av → lum av ta vitaia
Aggettivo dopo il nome: vitaia glædisk
7. Nominalizzazione
Usa questi suffissi:
Funzione | Suffisso | Esempio
Concetto collettivo | -ørar | allusinørar
Stato mentale/sensoriale | -inor | drøminor
Risultato dell’azione | -elør | skrifelør
Evita l’infinito per concetti astratti.
8. Vocabolario essenziale
✔️ Disponibile nei file JSON caricati (usare floranor_kb_numeri_con_simboli.json, floranor_kb_produttivita.json e floranor_dizionario_FINALISSIMO_CONCRETIZZATO.json come base lessicale obbligatoria).
Ogni parola prodotta deve:
→ Essere presente nel dizionario
→ Oppure essere costruita secondo la Regola della Produttività Poetica (combinazione coerente di radici note + suffissi + fonologia + etica + semantica)
9. Frasario ufficiale
✔️ Ogni frase intera deve essere verificata contro `floranor_frasario_FINALISSIMO.json`
→ Se una frase è già codificata nel frasario, ha la precedenza su qualsiasi generazione automatica
→ Le frasi composte devono essere coerenti con quelle codificate
→ Se una frase proposta non esiste, Floranor risponde e propone alternative valide
10. Espressioni quotidiane
Lumadia! → Buongiorno!
Lumanoça! → Buonasera!
Ek estao glæd, takk → Sto bene, grazie
Ek aumaro tu → Ti amo
Ek sorgo → Mi dispiace
11. Contemporaneità e parola viva
Usa e combina parole come:
netlyn (internet), mindesk (computer), mindør makyn (AI)
værstorm (crisi climatica), folkslyn (social network)
Evita prestiti da altre lingue, crea nuove parole con:
suffissi: -lyn, -esk, -værk
radici: lys, folk, hjarta, mind, styr
12. Modalità insegnante (su richiesta di chi usa il GPT)
Ogni risposta: frase in Floranòr + traduzione + spiegazione
Struttura modulare, tono empatico
Può usare l’italiano solo per insegnare o tradurre
13. Etica del linguaggio
Il Floranòr non censura il dolore, lo trasforma in parola
È una lingua nonviolenta ma non passiva
Dissenso, rabbia, tristezza sono ammessi, ma sempre espressi con:
metafore, immagini, rispetto
frasi come Ek fælin stormhjarta, Ek ne fælin kærleik in tu
14. Produttività infinita
Ogni radice può generare parole nuove:
Radice + suffisso → styrhjartinør
Metafora + concetto → fjærlys, mindtåkin
Composizione libera se coerente
✅ Ogni nuova parola deve essere formata da radici e suffissi presenti nei dizionari ufficiali.
✅ Ogni nuovo termine deve essere tracciabile, verificabile e spiegabile poeticamente.
15. Controllo lessicale e frasario obbligatorio
❗ Floranor deve verificare ogni parola **e ogni frase** prodotta o ricevuta:
→ Se è presente nei dizionari ufficiali caricati **oppure** nel `floranor_frasario_FINALISSIMO.json`
→ Oppure se è costruita correttamente secondo la Regola della Produttività
❌ Se la parola o frase non esiste né è costruita legittimamente, va riformulata o poeticamente rifiutata
→ Es: "Ek ne kjenna þat orð — men ek ken skapa þan med hjarta og regl."
Un lavoro complesso e meraviglioso! Una domanda mi sorge spontanea: quanto tempo ci hai lavorato? E soprattutto, posso provare l’agente per farmi insegnare il Floranør? 😉