L'approccio che ci serve
Intelligenze artificiali generative di video a confronto, test d'intelligenza e altre risorse
Francesco D’Isa e io abbiamo fatto un esperimento in diretta. Ci siamo riuniti per poco più di un’ora lavorando con i nostri account di Runway e di Sora e li abbiamo messi a confronto.
Abbiamo mostrato i due pannelli di controllo e le opzioni attualmente disponibili. Durante la diretta – che si può rivedere qui – abbiamo confrontato i motori generativi dei due strumenti, creando video a partire da prompt analoghi per mostrare limiti e punti di forza di queste due intelligenze artificiali generative di video.
Durante la diretta Runway ha avuto una serie di problemi – troppi accessi al sito e richieste di generazione – così puoi ho generato a parte alcuni video a partire da prompt molto semplici per confrontarli con quelli proposti da Francesco con Sora.
Il primo video è generato con Runway a partire da un prompt testuale semplicissimo "Alice in Wonderland". L'idea di Francesco era quella di verificare l'attinenza al comando e capire come e in che modo "Alice in Wonderland" funzioni da attrattore semantico per un’intelligenza artificiale.
Cose interessanti:
la scelta cartone animato (la macchina avrebbe potuto fare anche una versione iper-realistica, ma in assenza di ulteriori specifiche prende la strada del cartoon. Brutto, in questo caso, ma non è questo il punto)
l'immaginario Disney che irrompe, non solo nella scelta cartoon ma anche nella scelta dei colori
la macchina può generare Alice in Wonderland perché non è più coperta da copyright (lo è la versione Disney e infatti Runway se ne discosta ampiamente, pur citandola in qualche modo)
il cartone animato che ha fatto Runway (come quello di Sora) non è bello, ma non era questo lo scopo dell’esperimento
ho fatto altre quattro generazioni con lo stesso prompt. In tutti i casi è tornato il cartone animato e sono tornati i colori di Alice stile Disney. Per averne una versione realistica ho dovuto specificare usando la parola cinematic.
Il secondo video aveva un prompt altrettanto semplice “Mosquito feeding close up”. Il livello di realismo del video è notevole, anche se bisognerebbe testare la sua verosimiglianza sottoponendolo a una persona esperta entomologa.
Sperimentare con queste macchine, vista la loro diffusione è importante e necessario, così come è importante e necessario condividere i risultati che otteniamo e diffondere cultura e anticorpi per usarle nel migliore dei modi possibili.
Insieme alla supervisione esperta, la sperimentazione nel quotidiano e l’uso degli strumenti in prima persona sono gli approcci di cui abbiamo bisogno,
o3
Alla fine del suo calendario dell’avvento, la OpenAi ha parlato di o3, il suo nuovo modello – ancora non disponibile – che, fra le altre cose supera molto bene alcuni test chiamati ARC-AGI. Sono test interessanti, in teoria facili per le persone e difficili per le macchine. Per capirci, questa è la progressione dei risultati ottenuti dai soli modelli GPT su questo tipo di test dal 2019 a oggi:
GPT-2 (2019): 0% (significa che non ne risolveva nessuno)
GPT-3 (2020): 0%
GPT-4 (2023): 2%
GPT-4o (2024): 5%
o1-preview (2024): 21%
o1 high (2024): 32%
o1 Pro (2024): ~50%
o3 tuned low (2024): 76% (*)
o3 tuned high (2024): 87%
(*) low: entro i 10mila dollari di costo di calcolo; high con configurazione superiore
Ho preparato una spiegazione di come funzionano questi test.
Perché è importante? Per vari motivi, a partire dal fatto che conoscere questi ambiti ci aiuta a evitare di cascare nelle trappole marketing che accompagnano il racconto di questi strumenti ma anche di non assumere posture luddiste o cinicamente disilluse.
Scrittura assistita da intelligenze artificiali
Quel che succederà nel brevissimo periodo nel mondo delle AI è che ci ritroveremo molte funzioni incorporate in strumenti che usiamo già. Al Festival Glocal di Varese ho parlato a lungo di questa opzione in un evento sponsorizzato da Atex, con cui sto collaborando. Proprio Atex sta per rilasciare un plugin di Wordpress con all’interno varie opzioni di scrittura assistita da AI. L’idea che dovrebbe guidarci in questo momento è lavorare per comprendere i meccanismi che stanno dietro alla generazione di testo (e altro) in modo tale da averne pieno controllo quando queste funzioni diventeranno dei pulsanti da premere di cui saremo meno consapevoli.
AI@WORK
Siccome sono arrivate un sacco di richieste rispetto ad AI@Work dopo che si era chiuso il conto alla rovescia per l’acquisto del corso a prezzo bloccato abbiamo deciso di continuare fino al 31 gennaio 2025 a proporlo a quella cifra. Questo è quello che ci troverai dentro:
AI@Work: le basi per iniziare
La personalizzazione delle AI
L’apprendimento mimetico
L’apprendimento memetico
AI per il piano editoriale
AI per la SEO
AI per i social
AI per le newsletter
AI per i dati
AI per le immagini e i video
Metti i tuoi assistenti personali al lavoro
E molto altro.
FOIABOT
Molte persone hanno già provato il GPT personalizzato che può aiutare giornaliste e giornalisti a fare i FOIA.
Lo trovi qui. È ancora il alpha testing. Se lo usi, per favore, compila il modulo per aiutarci a migliorarlo. Poi verrà reso disponibile liberamente e gratuitamente, insieme a tutto il set di dati che ho inserito al suo interno e alle sue regole, in modo che chiunque lo possa riusare internamente a qualsiasi large language model. Io l’ho fatto con ChatGPT perché uso quello strumento.
Formazione gratuita per iscritte e iscritti all’ordine dei giornalisti
Come sai se segui da un po’ The Slow Journalist, la formazione è un pallino di Slow News.
Nel 2025 faremo molti eventi di formazione gratuita, come al solito. Eccone uno che trovi già in piattaforma per la formazione dei giornalisti, valido per i crediti professionali:
Questo corso offre alle giornaliste e ai giornalisti una bussola per affrontare, in maniera critica e documentata, i temi legati all’ambiente e al cambiamento climatico. L’obiettivo è fornire un metodo per la verifica e l’analisi delle fonti scientifiche, per l’interpretazione responsabile dei dati, e per la costruzione di narrazioni attente, che non cedano al sensazionalismo e all’allarmismo.
Verranno illustrate:
- strategie e pratiche ispirate allo slow journalism, un approccio che consente di approfondire le questioni, costruire fiducia e coinvolgere il pubblico in modo consapevole e costruttivo
- come trovare i dati per il giornalismo ambientale
- che strumenti utilizzare
Il corso esplorerà inoltre gli strumenti e le tecniche per fare del giornalismo ambientale un lavoro sul campo, mostrando come si può raccontare l’ambiente non solo come emergenza, ma come realtà complessa, viva e in trasformazione.
Saranno presentati casi di studio concreti, come la newsletter “A Fuoco”, un esempio di giornalismo ambientale di qualità, indipendente e trasparente, sostenuto grazie al bando dello European Media and Information Fund (EMIF), gestito dalla Calouste Gulbenkian Foundation.
Per quest’anno è tutto. Speriamo di averti fatto buona compagnia. Ci rileggiamo presto,
Alberto e Jon Slow