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Avatar di Simone

Ciao Alberto, intanto grazie per questo volo altissimo (a volte pindarico, a volte tipo jumbo). In purissima amicizia puntacazzista mi permetto di commentare i brani che mi hanno colpito:

* la produzione culturale umana di massa è un oligopolio.

--> completerei specificando. La distribuzione della produzione culturale di massa è un oligopolio. Non è detto che valga anche per la cultura in se (guarda per esempio cosa accade quando autori poco noti vincono premi altisonanti).

* Quando interroghiamo un modello, quindi, non stiamo solo chiedendo “a una macchina”: stiamo interrogando la memoria digitalizzata del capitalismo culturale. E quella memoria è piena di gerarchie.

--> si... ma c'è un grosso ma. L'output non è più così deterministico come siamo abituati a pensare. Quindi usare modelli generativi richiede una flessibilità anche nel leggere la risposta, non ci possiamo fidare di una fluttuazione, dobbiamo farla nostra per comprenderla, accettarla o rinnegarla.

* Significa che le AI imparano soprattutto dai centri del potere simbolico — le lingue dominanti, i generi egemoni, le estetiche mainstream — e molto meno dalle culture marginali, dai dialetti, dalle tradizioni orali, dai linguaggi non normativi.

--> si MA: con l'immensa capacità di astrazione consentita dai modelli matematici abbiamo un presente in cui non tutto è traducibile in denaro, ma proviamo a tradurlo in matematica, la quale prenderà i concetti e li farà interoperare, anche traducendoci lingue di nicchia o concetti di nicchia, perchè in un'equazione non conta quanto piccolo sia l'errore, se c'è, non torna :) (aggiungo che la presenza di questo trattino nei tuoi brani — mi dice che forse hai usato proprio chatgpt per scriverne una parte, oh niente di male èh! :)

* Ma il problema è che viviamo in un sistema dove tutto viene messo a valore: la parola, l’immagine, il gesto, la relazione.

--> TOP affinità 100%, nel 1992 Roger Waters scriveva "It all makes perfect sense, expressed in dollars and cents". Adesso stiamo provando a far tornare tutto traducendolo in matematica, che è la lingua madre dei modelli AI.

* Non vorrei che l’estrazione, oggi, ci apparisse scandalosa perché tocca anche i ceti culturali che, finora, erano riusciti a confondere il privilegio con il diritto d’autore.

--> TOP DVD QUOTE!! Attenzione però che come ogni buon retore insegna, mal comune non equivale a mezzo gaudio.

* Le AI, in questo senso, rafforzano il monopolio dell’attenzione: non perché scrivono male, ma perché rendono meno visibile ciò che non è prodotto da chi ha server e campagne di distribuzione.

--> potrebbe anche essere il contrario, potrebbero spingere le persone lontane dai canali di distribuzione attuali, totalmente alienate dall'AI-Slop. Credo possa accadere con la stessa frequenza con cui lasciamo stare le bibite gassate, ormai stomacati dalla quantità di zucchero che contengono. A volte capita.

* La m*rda a spruzzo è un effetto collaterale del capitalismo dell’attenzione, e come ogni effetto collaterale colpisce in modo diseguale: soffocano le voci marginali, mica quelle centrali e già in vista.

--> non è detto. può anche fare il contrario e portare alla luce perle sommerse dagli algoritmi precedenti proprio perchè in questo caso l'output è meno deterministico dei precedenti modelli di visibilità.

* La differenza è tra chi ha voce e chi no e la risposta alla m*rda a spruzzo è la costruzione di ecologie di attenzione diverse. Significa rallentare, scegliere, curare.

--> magari. Questa credo sia piu la tua ricetta che l'andamento complessivo. La tua ricetta comunque mi piace, l'approccio slow che richiede di porre tempo anche nella lettura.

un grande abbraccio!

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Avatar di Andrea Camerino

Ma perché, i Beatles non “rubavano”?

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