Resistere all'artificial divide e al nazionalismo tecnologico
Come facciamo a non rimanere indietro e come ci costruiamo gli anticorpi?
Una delle cose più evidenti di quel che sta succedendo nel mondo delle big tech – persino noiosa da commentare, se vogliamo – è che i miliardari della Silicon Valley si sono schierati con Trump e stanno anche passando all’incasso.
Per farlo hanno abbracciato una visione dello sviluppo tecnologico nazionalista e con gli interessi degli Stati Uniti al centro. La OpenAI ha pubblicato un documento – ne ho parlato su Artificiale, la newsletter che curo per Internazionale – dettando la propria linea sullo sviluppo delle intelligenze artificiali e su quel che va fatto politicamente ed economicamente. Al tempo stesso, ha aderito a un linguaggio e a un atteggiamento neo-coloniale e di competizione.
La Cina viene vista come un nemico da sconfiggere a colpi di modelli di intelligenza artificiale esportati agli alleati. L’America – non gli Stati Uniti, l’America – è la portatrice di innovazione e benessere. Le regole non servono, se non quelle del “comune buon senso”. Come se esistesse un “comune buon senso” universale e valido per tuttə.
Cosa stanno incassando queste grandi aziende per i loro riposizionamenti? Una promessa di de-regolazione e di sostegno (incluso il supporto a un gigantesco progetto chiamato Stargate, con cui verranno investiti 500 miliardi di dollari nelle infrastrutture e nello sviluppo delle AI).
Non commettiamo, però, l’errore di pensare che “la Silicon Valley” sia un blocco unito e compatto di persone con gli stessi interessi: certo, essendo poche fanno prima a mettersi d’accordo. Ma Elon Musk e Sam Altman non hanno esattamente un buon rapporto: il secondo non era presente all’inaugurazione, il primo ha criticato – come fa lui, da troll sui social – il progetto Stargate e hanno ricominciato.
Quel che è certo è che cominciamo a vedere le prime conseguenze di questo atteggiamento nazionalista: in Italia (e in Europa) Sora, il modello video di ChatGPT non è disponibile. I nuovi agenti di ChatGPT non sono stati rilasciati al di fuori dagli Stati Uniti e non sembra accadrà a breve. Le motivazioni sono varie: è anche un modo, per queste aziende, di opporsi all’AI Act e ai tentativi di regolamentazione dell’Unione Europea.
⚠️ Non penso, ovviamente, che gli sforzi regolatori dell’Unione Europea – o, in generale, gli sforzi regolatori delle nuove tecnologie – siano sbagliati e non penso che vadano abbandonati. Ho le mie idee su come queste regole andrebbero progettate e discusse, includendo anche posizioni più radicali e, soprattutto, con un approccio multidisciplinare, contemporaneo, con uno sguardo libero e indipendente agli usi delle intelligenze artificiali per il bene comune. Auspicherei anche una moratoria sull’uso per scopi bellici e di sorveglianza. Ma so che anche questa è una posizione minoritaria.
Ma dobbiamo dirci chiaramente che ci stiamo già trovando di fronte ai prodotti più performanti che non possiamo usare, e mi pare ovvio che, in presenza di tecnologie abilitanti e che danno i superpoteri se si usano in maniera consapevole e per scopi realmente utili, questo non farà che amplificare i divari.
Come se non bastassero i costi – che per alcune persone potrebbero essere elevatissimi – per poter usare al massimo livello queste tecnologie. Anche la barriera all’ingresso economica è un amplificatore di disuguaglianze.
Che si fa, allora, per resistere a questo artificial divide?
È molto complicato, ma chi non vuole rimanere indietro non può rinunciare a sperimentare con questi strumenti.
Simulare
Un modo per aggirare i limiti geografici è usare le VPN come Outline e simulare una navigazione da altri paesi, come gli Stati Uniti.
⚠️ Questo, naturalmente, è un trucco un po’ al limite e potrebbe violare i termini e le condizioni d’uso degli strumenti.
La OpenAI, per esempio, non cita esplicitamente la proibizione di usare VPN. Tuttavia, i si richiede, ovviamente, di rispettare tutte le leggi e le politiche di utilizzo di OpenAI. Il che lascia l’uso delle VPN in una zona grigia e indeterminata.
Si corre il rischio che il proprio account venga sospeso, usando una VPN? Non lo so e non posso certo escluderlo. Quindi, se dovessi scegliere di seguire questa strada, tienine conto.
Altri modelli e sperimentazione
Si possono sempre provare gli altri modelli,. Deepseek, per esempio, è un modello cinese che sta suscitando molto interesse perché
sembra essere per alcuni compiti all’altezza di ChatGPT e Gemini
si stima che consumi molto meno
è, almeno parzialmente, open source
si scarica e funziona in locale, anche offline, sul tuo computer, facendolo girare attraverso strumenti tipo LMStudio
Ha le sue limitazioni censorie.
Se gli chiedi di parlarti dei rapporti politici fra Cina e Stati Uniti, per esempio, puoi vedere la sua chain-of-thoughts ma poi il modello si pianta e ti dice che non è il caso.
È meglio che un modello simile non parli di politica? Magari per qualcuno sì. A me, ovviamente, non piace che ci siano queste limitazioni (e sono ben consapevole che, in altre forme, anche ChatGPT .
E poi
è più complicato, in assenza di alcune funzionalità che semplificano un po’ la vita – i GPT personalizzati, per esempio –, usare questi modelli di frontiera per scopi lavorativi
bisogna conservare uno spirito sperimentale
non è detto che tutti abbiano voglia o tempo di continuare a fare test
Formarsi
Anche la formazione è importante. Oltre agli spazi su The Slow Journalist, mi occupo di questi temi e propongo spesso guide, casi d’uso e simili. Trovi le mie ioncursioni sulle AI anche su:
- The Fix
- Internazionale
- AiMuse
- il mio sito personale
dove trovi tagli diversi su argomenti diversi legati alle AI.
E poi c’è la playlist di YouTube di Slow News dedicata alle AI, con incontri, video tutorial gratuiti e esempi
AI@Work
Martedì prossimo esce la terza puntata del corso AI@Work (ancora a prezzo bloccato fino al 31 gennaio).
Si intitola Apprendimento mimetico e ti spiega come usare le AI a partire da modelli da imitare.
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Come al solito, l’approccio che propongo in questi corsi è di grande pratica con solide basi teoriche. Anche questo è un antidoto all’artificial divide.
Buon fine settimana,
Alberto e Jon Slow
Io mi sono iscritta al corso AIWork di Slow Jounralist e lo trovo chiaro. Grazie!