Il 23 marzo 2023 una foto del papa è diventata “virale”. Il termine è orrendo e anche sbagliato: fortunatamente, oggi, grazie al lavoro del Center of Data Science and Complexity for Society sappiamo che non è vero che i contenuti si diffondono come virus, ma seguono altri modelli.
Fare queste distinzioni è molto importante perché l’uso delle parole contribuisce a formare il modo in cui pensiamo alle cose. Se diciamo, per esempio, che “c’è un’epidemia di disinformazione” stiamo non solo commettendo un errore da un punto di vista scientifico ma anche contribuendo ad alimentare la falsa credenza che si possa venire “contagiati” dalle informazioni, come accade con i virus. Non è così.
Comunque, la foto mostrava il papa con indosso un piumino da rapper. E la sua particolarità era quella di essere completamente generata da qualcuno che ha usato un’intelligenza artificiale generativa. Non era una foto, dunque, ma un’immagine sintetica, una sintografia.
Molti giornali hanno diffuso l’immagine con una didascalia che spiegava l’origine del contenuto. Quel modo di diffondere le immagini non fa che contribuire alla confusione, perché nell’ecosistema digitale i contenuti si possono “disaccoppiare”.
Allora, come dovrebbe fare un giornalista – o chiunque non voglia contribuire alla confusione – se vuole dire che un’immagine è falsa? Probabilmente lo deve scrivere sopra all’immagine. Così.
È una soluzione che abbiamo proposto su Slow News poco dopo la diffusione dell’immagine. Però le cose non sono mai semplici.
L’azienda che produce e sviluppa Midjourney, intelligenza artificiale generativa da testo a immagine, ha lanciato a ottobre del 2024 la funzione “edit” anche per foto o immagini non generate internamente allo strumento.
Questo significa che si può caricare qualsiasi foto e far fare a Midjourney delle modifiche.
![](https://substackcdn.com/image/fetch/w_1456,c_limit,f_auto,q_auto:good,fl_progressive:steep/https%3A%2F%2Fsubstack-post-media.s3.amazonaws.com%2Fpublic%2Fimages%2Ff8c21560-f7b2-42c8-8438-408607685628_2008x1332.png)
Come spiego in questo video, ho caricato dentro Midjourney l’immagine con le scritte che avevamo usato su Slow News.
Poi ho usato, molto grossolanamente, lo strumento brush per eliminarle. A questo punto, a Midjourney restava un’immagine piuttosto bruttarella e decisamente incompleta.
Eppure, è bastato scrivere come comando “Complete” perché la macchina riproponesse varie versioni di Bergoglio fake, fra cui una con aggiunta di stilosissima sciarpina bianca e gialla, i colori della bandiera del Vaticano.
Perché succede? Perché la natura probabilistica delle AI generative consente questo tipo di operazioni. È lecito ipotizzare che il sistema generativo di Midjourney abbia “visto” l’immagine di Bergoglio fake da cui siamo partiti. È lecito ipotizzare che la presenza della papalina bianca sia sufficiente per far associare alla macchina il concetto di “papa” e dunque farle generare tante repliche plausibili, verosimili, di un originale che era già di per sé un falso.
Per farlo ci ho messo meno di un minuto.
Questo rende abbastanza chiare alcune cose:
non si può pensare di arginare questo tipo di contenuti
non si può pensare che questo tipo di contenuti sia arginabile con una filigrana, un watermark: abbiamo appena visto come si toglie senza problemi
la produzione di questo tipo di contenuti aumenterà in scala e diminuirà nei costi
Quali soluzioni abbiamo a disposizione, allora?
Un’idea potrebbe essere di ribaltare la prospettiva: la filigrana potrebbe essere applicata ai contenuti autentici, per esempio (non è così che si fa con le banconote?). Non per imporre una verità ma per certificare che una certa foto è stata proprio scattata in quel posto, in quel preciso momento, con quelle persone presenti. Tecnicamente si potrebbero usare tutti i dati del file raw della foto, la geolocalizzazione e altri dati. È vero che anche questi dati possono essere manipolati, ma la loro presenza renderebbe più facile incrociare le fonti e verificare.
Poi occorre dotarsi dell’anticorpo fondamentale: non si pubblica nulla che non sia stato verificato. È uno sforzo enorme, che non si può certo chiedere – o imporre – a tutte le persone che usano social. Ma è uno sforzo che devono assolutamente fare le persone che, per mestiere, informano e comunicano.
Qualsiasi altro approccio rischia di scivolare pesantemente verso la censura.
AI Atex Challenge
Il tempo stringe! Se hai un’idea per l’uso delle AI generative nel giornalismo, partecipa alla AI Atex Challenge. La scadenza è il 17 novembre.
💰 Bandi giornalistici in scadenza
7 novembre 2024 - European Cross Border Grant, Journalism fund
7 novembre 2024 - European Local Cross Border Grant, Journalism fund
17 dicembre 2024 - Microgrants for Small Newsrooms, Journalism fund
27 gennaio 2025 - Fund for Investigative Journalism
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Slow News Days
Giovedì 14 novembre 2023, ore 17.30-19
Il mondo di Slow News, da Piano alle IA
Direttamente nel luogo che l’ha visto venire al mondo, la serigrafia artigianale Legno di Milano, presenteremo il primo numero della nostra rivista annuale monocromatica Piano, ripercorrendo il nostro percorso decennale di sperimentazioni e esperimenti giornalistici non convenzionali che ci ha portato dal pubblicare una piccola newsletter onine allo stampare libri, girare favole animate e documentari, scrivere e disegnare fumetti, progettare riviste di carta e dialogare con le AI.
Alla fine della presentazione, che verrà accompagnata da una bottiglia di vino offerta da noi, tutti i presenti assisteranno a una dimostrazione serigrafica e si porteranno a casa una maglietta stampata sul momento.
Presentano Andrea Coccia e Alberto Puliafito
dove: Legno, Via Feltre, 27, 20132 Milano MI
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ATTENZIONE: Ci sono solo 25 posti disponibili, se ti prenoti e poi non puoi venire, libera il posto per favore!
Venerdì 15 novembre 2024 9.15-11.15
AI per il giornalismo: il metodo avanzato per fare meglio
Tutti parlano di intelligenze artificiali. Qui ti daremo il metodo per usarle davvero senza aver paura del futuro. In questo workshop esploreremo il metodo per inserire le intelligenze artificiali nel lavoro giornalistico sotto tutti i loro aspetti.
Proponiamo:
– idee
– azioni
– pratica
Qui non troverai “il prompt perfetto da scrivere”, perché non esiste. Troverai, invece, il metodo per delegare alle macchine tutto quel che puoi delegare (dalla progettazione del tuo lavoro alla SEO, dai social alla correzione di bozze) per recuperare tempo e fare meglio il tuo lavoro: fare grande giornalismo, comunicare bene e in maniera unica, umana.
Con un approccio innovativo, alla fine del workshop ti consegneremo anche il manuale del workshop stesso, personalizzato e realizzato proprio con le intelligenze artificiali.
Mafe de Baggis e Alberto Puliafito hanno scritto insieme “In principio era ChatGPT”. Comunicatrice e giornalista, lavorano per migliorare il nostro approccio alla tecnologia e insegnano come fare per usarla al meglio e non subirla.
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Venerdì 15 novembre 2024 11.15-13.15
Podcasting per giornalisti: dalla progettazione al pitch
In questo workshop imparerai come ideare e strutturare il tuo progetto podcast fino alla creazione di un pitch: lo strumento essenziale che ti permette di mettere a fuoco tutta la serie prima di affrontare fasi di produzione audio.
Rossella Pivanti è una delle voci più autorevoli in Italia nel mondo del podcasting: audio producer specializzata nella produzione di contenuti audio originali e innovativi. Con Slow News ha realizzato il caso editoriale nel mondo dei podcast indipendenti 10 e 25, un’inchiesta sulla strage di Bologna.
Con lei, Alberto Puliafito, direttore di Slow News e autore di Artificiale, la newsletter di Internazionale.
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Venerdì 15 novembre 2024 14.30-16.30
L’intelligenza artificiale per scavare nei documenti e fare inchiesta
Dario De Santis, storico, e Alberto Puliafito, giornalista e direttore di Slow News, hanno progettato un workshop che parte da due casi di lavoro reali e che ti mostra come il metodo tradizionale e le tecnologie più moderne di intelligenza artificiale si possono combinare per esaltare il lavoro giornalistico d’inchiesta.
10 e 25 – La vera storia dietro alla strage di Bologna, un podcast indipendente diventato un caso editoriale in Italia, e Smart Venice, un’inchiesta transmediale lunga un anno e mezzo, sono due progetti di inchiesta che combinano il giornalismo tradizionale e le tecniche più avanzate d’uso delle intelligenze artificiali.
Vedremo insieme anche l’uso di Pinpoint che permette di organizzare, analizzare e condividere grandi quantità di documenti in modo rapido ed efficiente. Vedremo anche come integrare le ia generative in un lavoro d’inchiesta per velocizzare alcune parti del lavoro stesso. I partecipanti impareranno come sfruttare le sue funzionalità per collaborare in team su progetti investigativi, evidenziando connessioni tra dati, individuando persone chiave e organizzando il lavoro in modo strutturato.
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Venerdì 15 novembre 2024 16.30-18.00
L’intelligenza artificiale per scavare nei documenti e fare inchiesta
SOLO ONLINE
Nel giornalismo investigativo, il digitale offre strumenti potenti per migliorare l’efficacia e la precisione delle inchieste.
In questo panel, Gabriele Cruciata esplorerà tutte le possibilità che abbiamo. Lo farà partendo da un caso concreto, il caso “Volpe 23”, un’inchiesta che ha fatto uso di strumenti digitali avanzati per raccogliere, organizzare e analizzare grandi quantità di dati. Scopriremo come queste tecnologie possono essere applicate nel giornalismo d’inchiesta, riducendo i tempi di ricerca e permettendo ai giornalisti di concentrarsi sull’analisi critica e sulla narrazione dei fatti.
Un’opportunità per imparare a usare al meglio il digitale, senza rinunciare all’approccio investigativo tradizionale.
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Sabato 16 novembre 2024 – ore 9.15-11.15
Come usare le intelligenze artificiali per i social
In questo workshop, esploreremo come l’intelligenza artificiale può essere utilizzata per ottimizzare l’uso dei social media nel giornalismo e per costruire una strategia efficace. I partecipanti scopriranno come sfruttare l’AI e delegare alle macchine tutto ciò che è davvero delegabile, per esercitare il controllo umano ed esaltare la nostra creatività quando ne abbiamo davvero bisogno.
Verranno mostrati strumenti di intelligenza artificiale utili a risparmiare tempo per la realizzazione di contenuti, senza appiattire la voce dei content creator. In un contesto che vuole autori/autrici sempre più presenti sui social, l’utilizzo consapevole dell’IA permette di far guadagnare tempo prezioso.
Francesco Olivieri è laureato in informatica all’Università Milano Bicocca, specializzato in AI e soft computing, è anche sceneggiatore e content creator e usa la tecnologia per risparmiare tempo sui social. Alberto Puliafito, giornalista, lo accompagna in questo workshop che mostra le tecniche e strumenti utili per usare le AI e concentrarsi solo sulla parte creativa, delegando buona parte della gestione dei contenuti a strumenti esterni.
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Sabato 16 novembre 2024 – ore 11.15-13.15
Le immagini all’epoca della loro generabilità algoritmica
L’obiettivo del workshop è garantire un uso consapevole e responsabile di questi nuovi contenuti visivi, per non perdere la rotta e sapere come muoversi in un contesto sempre più complesso. Partendo dai rischi derivanti dall’uso e dalla diffusione consapevole o meno delle immagini generate dall’intelligenza artificiale, strumento ormai alla portata di chiunque per accessibilità e facilità di fruizione, proseguiremo poi col fornire metodi pratici e strumenti concreti per identificare immagini artificiali, ma anche criteri solidi per valutare se e quando utilizzarle.
This Is not a duo è un progetto di ricerca e sperimentazione nel campo del design speculativo condotto da due designer, Giulio Bordonaro e Nicoletta Gomboli.
Ad accompagnarli in questo laboratorio, Andrea Coccia, giornalista, cofondatore di Slow News e direttore responsabile della Revue, che da anni si occupa di cultura della verifica e di media literacy per adulti e bambini.
🎟️ Prenota un posto in presenza
Sabato 16 novembre 2024 – ore 14.30-16.30
Costruire comunità intorno al giornalismo usando le intelligenze artificialiI: il caso 10e25
Le intelligenze artificiali stanno trasformando il modo in cui le comunità si relazionano con il giornalismo. In questo panel, Gabriele Cruciata presenta il caso “10e25”, un podcast investigativo che ha saputo creare una comunità coinvolta e attiva intorno alla sua inchiesta sulla strage di Bologna.
Attraverso l’uso di IA, il progetto ha potuto analizzare grandi volumi di dati, interagire con il pubblico e ottimizzare la distribuzione dei contenuti. Il panel mostrerà come le AI possono essere utilizzate per potenziare il giornalismo indipendente e costruire una solida base di lettori e ascoltatori fidelizzati.
🎟️ Prenota un posto in presenza qui
Domenica 17 novembre 2024 9.30 – 11.30
Crea il tuo assistente personale con l’intelligenza artificiale
Questo workshop avanzato – ma comunque utile anche se vuoi esplorare il mondo delle ia – ti insegnerà come l’intelligenza artificiale possa diventare un valido assistente personale per giornalisti e professionisti della comunicazione creando un tuo assistente personale che sarà in grado di svolgere i compiti più meccanici e ripetitivi.
Un webinar di Alberto Puliafito, direttore di Slow News e autore della newsletter Artificiale per Internazionale
💻 Prenota qui per lo streaming
Domenica 17 novembre 11.30 – 12.30
Come si trova una storia che non scade?
Uno dei pilastri dello slow journalism è la durabilità delle storie che racconta, che sono pensate e scritte per durare più a lungo di una normale news, che si solito nel giro di poche ore è già passata e dimenticata. Slow News e La Revue, due progetti diversi e complementari di slow journalism, cercano e pubblicano questo genere di storie, ma come si trovano?
In questo workshop, dedicato a giornalisti freelance, esploreremo il concetto di attualità tra fast e slow journalism, vedremo alcuni esempi e impareremo gli strumenti e i punti di vista utili per trovare nuove storie che non scadono.
Andrea Coccia, direttore responsabile della Revue e cofondatore di Slow News racconterà la sua esperienza e alcuni casi studio.